memorie

Un viaggio tra tradizione
e amore per la nostra terra

Quando chiudo gli occhi, i ricordi dell’infanzia riaffiorano con vivida chiarezza. Era un tempo in cui la natura e l’uomo lavoravano in perfetta armonia, ed io, bambino, correvo libero tra i campi di grano dorato. Le spighe ondeggiavano come un mare infinito, animati dal vento gentile dell’Aspromonte. Il profumo del grano maturo si mescolava all’aria pura, creando un’atmosfera magica e indimenticabile.

Ricordo ancora le mani sapienti di mio padre e mio nonno che mietevano il grano con la falciola, un’arte antica tramandata di generazione in generazione. La mietitrebbia, che per me bambino era una meraviglia tecnologica, rappresentava il progresso senza dimenticare la tradizione.

Ogni fase della lavorazione del grano, dalla semina alla mietitura, dalla cernita alla macinatura, era un rito sacro che coinvolgeva l’intera comunità. Era un momento di festa, di condivisione e di legami che si rafforzavano.

Quelle giornate di lavoro culminavano in pranzi domenicali che erano vere e proprie celebrazioni.

Parenti e vicini si radunavano intorno a tavole imbandite, dove la pasta fresca fatta in casa era la tanto attesa protagonista indiscussa.

La curiosità, la felicità e l’entusiasmo che provavo allora sono emozioni che porto ancora nel cuore e che hanno alimentato il mio sogno di continuare questa tradizione.

Domenico  Strangio

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